Impasse racconta di quel fiume in piena di emozioni che investe inaspettato Crystal e Mattia, i due giovani protagonisti e li travolge, loro malgrado, nel breve volgere di un mese di inizio estate. Racconta della loro vita, dei loro amici coetanei, della loro voglia di amarsi, delle paure e dei dolori segreti.
È un mondo di ragazzi quello narrato con foga da Eliza Popa, l’autrice; un mondo nel quale gli adulti compaiono, ma si tengono in secondo piano, lasciando perlopiù il campo e il gioco in mano loro. Crys e Mattia, ma anche Camy, l’amica del cuore, Lorenzo, il fratello premuroso, Tommy l’amico d’infanzia che vorrebbe essere qualcosa di più, tutti mostrano, ognuno a suo modo, un inventario di emozioni che corrono ed esplodono nello svolgersi rapido della storia. L’adolescenza, con la sua forza dirompente, distruttiva e creatrice al tempo stesso, è la vera protagonista di questo originale e coinvolgente teen romance, capace di appassionare non solo gli adolescenti di oggi, ma anche chi quell’età così bella, complessa e terribile l’ha vissuta e superata da un po’ e continua a ricordarla con nostalgia ed emozione.
Ma cosa succede nella mente e nel cuore di una ragazza o di un ragazzo a quell’età? Forse ciò che spiega meglio questa fase di profondi turbamenti e di emozioni pronte ad esplodere è il fatto che proprio in quegli anni avviene una rottura fondamentale: le certezze, che nell’infanzia arrivano dai genitori e dagli adulti e che vengono semplicemente recepite e assunte dai bambini come incrollabili difese contro i pericoli esterni, si sgretolano inevitabilmente per lasciare spazio al dubbio e a nuove (mutevoli) convinzioni, che cambiano il modo di percepire il mondo e di reagire agli avvenimenti. Insorgono nuove situazioni, nuove sfide che si devono affrontare da soli senza avere l’esperienza che richiederebbero. I ragazzi si ritrovano all’improvviso a dover (o voler) interpretare nuovi ruoli, a confrontarsi con il mondo, le emozioni e le responsabilità degli adulti. Amore, amicizia, scuola, il proprio corpo… tutto diventa una montagna da scalare, una giostra da capogiro su cui salire e da sperimentare fino in fondo. Anche se fa paura. Anche se c’è il rischio di farsi male. Perché se non si vive veramente questa fase di passaggio si rischia di restare bloccati nella propria evoluzione. Siamo esseri forti e fragili, alla ricerca del nostro posto e del nostro senso, in continuo cambiamento, durante tutta la nostra vita e, in particolare in alcuni momenti come questo. Comprendere questa realtà è una sfida non facile, ma è il solo modo per vivere consapevolmente e accettare se stessi.
L’adolescenza di Crys in un certo senso inizia davvero nel momento in cui incontra Mattia. Fino ad allora aveva continuato a fondare la propria esistenza su certezze e abitudini difensive che non le avevano permesso di aprirsi alla vita, di correre rischi, di fare errori e, quindi, di imparare e andare avanti. Aprirsi all’imprevisto la espone al dolore e alla gioia, alla paura e all’esaltazione. Ma soprattutto la spinge ad affrontare e a riconoscere un dolore nascosto e negato. La ragazza ha un profondo bisogno d’amore e questo la espone vulnerabile ai comportamenti incoerenti di Mattia, che la cerca e la allontana, lasciandola disarmata e confusa. Lei si dimostra comunque capace di ritrovare l’equilibrio, forte del sostegno delle persone che la amano e la proteggono, sua madre e suo fratello innanzitutto, nonostante i conflitti e le incomprensioni. Questo le permette di resistere alle delusioni dolorose e reagire con forza, dignità e sincerità.
Anche Mattia, pur con grandi differenze, è un ragazzo bloccato nella sua evoluzione. Al contrario di Crys lui si mostra nel pieno della contestazione adolescenziale, adottando comportamenti anche riprovevoli e dimostrandosi quasi disinteressato alle conseguenze delle sue azioni. Ma la sua rabbia e la sua sfrontatezza nascondono la grande insicurezza che gli derivano da una ferita profonda che ha spezzato prematuramente la sua infanzia felice senza consentirgli un graduale accesso nell’età adulta. Come Crystal, anche lui cerca una soluzione per mantenere il controllo e la trova nel rifiuto assoluto delle regole e delle convenzioni, nell’apparente incapacità di empatia e nella rabbia rivolta verso se stesso e verso l’esterno. L’incontro con la ragazza è anche per lui catartico: come una specie di cortocircuito, l’oggetto della sua rabbia si trasforma nell’oggetto amato. Questo è destabilizzante per lui, ma lo spinge a crescere, a guardarsi dentro e, forse a perdonarsi, o almeno ad accettarsi.
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Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Annalisa Pellegrino (@annalisa_pellegrino_psicologa) psicologa e psicoterapeuta, in una interessante diretta Instagram su @50milapagine, condotta dalla brava blogger Roberta Luprano, in compagnia dell’autrice Eliza Popa, e della sottoscritta Barbara Ainis (@incipit23).
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L’adolescenza è una fase che va attraversata. Va vissuta al momento giusto, correndo anche qualche rischio, facendo qualcosa che va un po’ fuori dalle righe, fuori dagli schemi, fuori dai confini.
È una fase difficile, ma è necessaria per arrivare a trovare la propria identità. Non possiamo fare a meno di quella rabbia, di quel voler superare i limiti.
Le emozioni di un adolescente sono emozioni dirompenti. È tutto forte. Per canalizzare queste emozioni c’è bisogno dell’aiuto dei coetanei, degli amici un po’ più grandi e degli adulti che “contengano”.
Annalisa Pellegrino, psicologa e psicoterapeuta
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