Oggi la cucina è ovunque: i cuochi sono grandi star, chiunque scrive recensioni sui ristoranti o si cimenta in ricette gourmet. In ogni casa c’è almeno un libro di cucina. Ma oggi non ho intenzione fare l’inventario dei libri di cucina che abbiamo in libreria, anche se sono molti e anche molto interessanti. Vorrei invece farvi una domanda: avete mai immaginato i vostri scrittori preferiti alle prese con i fornelli o seduti a una tavola imbandita a gustare mille prelibatezze? No, non voglio nemmeno parlarvi dei gusti degli scrittori famosi in fatto di cibo. Vi mostrerò, invece, come il cibo e la cucina entrano nei romanzi e diventano sfondo delle storie narrate, un mezzo per esprimere emozioni e sentimenti… o un personaggio vero e proprio. Siete pronti a scoprire di che cosa stiamo parlando?
“Marmellata con laban” (16€, Mesogea)
Lena Merhej usa il cibo come metafora per tracciare il percorso biografico e descrivere il carattere della madre. Piena di contrasti, la madre, di origini tedesche, sceglie come paese d’elezione il Libano. L’abbinamento tra l’acido del laban e il dolce della marmellata palesa il contrasto di culture lontane e apparentemente contrastanti che la madre si trova a vivere nel conciliare la sua cultura europea con lo stile di vita del Libano si mescolano come la marmellata con il laban (yogurt acido che si usa mangiare con cetrioli e sale). Il mezzo della graphic novel mescola anch’esso leggerezza e un tema durissimo come la guerra, la seconda guerra mondiale vissuta dalla madre e la guerra civile libanese vissuta da Lena, il grigio serio con il tratto da bambino.
“Home Cooking” (17€, Sur)
I grandi pranzi in famiglia, la domenica, dai nonni, chi non li ricorda? Il cibo non è solo nutrimento ma è convivialità, calore, ricordi. Questo è quello che troverete sfogliando le pagine di questo originalissimo libro, una raccolta di saggi culinari, un libro di ricette, un romanzo autobiografico. Sì, perché troverete tutti questi elementi: le ricette, semplici, richiamano i ricorsi e gli aneddoti di una vita: scrivere di cibo è scrivere sulla vita, la vita di una ragazza newyorkese tra gli anni ’70 e ’80. Ricette per essere felice, perché felicità fa rima con facilità; si inserisce in una tradizione di food writing che inizierà in Italia con Casalinghitudine di Clara Sereni, anche quello libro di ricette e ricordi, mezzo per esrpimere i propri sentimenti, spazio dell’intimità e della riflessione.
Mille ricette diverse si possono inventare. Ma il cibo diventa anche protagonista di una tenerissima storia rivolta ai bambini dai 7 ai 9 anni. È il racconto di un bambino italiano che si trasferisce in un paese straniero pieno di sconosciuti e che ha anche una lingua per lui sconosciuta. Il cibo diviene allora linguaggio extraverbale che riesce a fare comunicare i bimbi tra loro, abbatte barriere e diversità. Ma ditemi voi in effetti, quante volte vi è capitato di fare amicizia o di fare pace di fronte ad un bel piatto di pasta?
“La cucina futurista” (3,90€, Alter Ego)
Un super classico per mostrare quanto cucina e letteratura sia in realtà intensamente e inaspettatamente intrecciate. Marinetti lo conosciamo tutti come esponente del futurismo italiano, movimento letterario e artistico. Ma in pochi sanno che Marinetti è anche autore del manifesto della cucina futurista, un libretto d’istruzioni e ricette per la nuova cucina avanguardista. cosa c’entra la cucina con l’avanguardia letteraria? È parte di un rinnovamento culturale che vuole investire cultura e costumi, abitudini alimentari comprese. ed ecco che il nostro autore elenca, descrive e inventa piatti immaginifici e spettacolari, originali e inaspettati. Ricette spesso non ripetibili o dai risultati discutibili, ma vere ricette letterarie, divertissement che stuzzica la fantasia oltre che l’appetito, dimostra quanto la cucina sia una parte della cultura, un’arte che si presta a invenzioni letterarie e artistiche.
“Frigorifero Mon Amour” (14€, Miraggi Edizioni)
Una favola moderna che con ironia e leggerezza nasconde una profonda satira del nostro tempo. La storia di Felice e del suo frigorifero che se ne va di casa dopo le ennesime carote ammuffite è sicuramente un divertentissimo racconto che, ad un certo punto della narrazione, parodia anche il viaggio agli inferi di Dante: Felice si ritrova a scendere nell’oltretomba per recuperare il suo frigorifero, come Orlando che aveva perso il senno sulla luna, o come Orfeo con la sua amata Euridice. Ma Frigorifero monamour è più di questo: è una satrira che denuncia il nostro tempo fatto di sprechi e di tempi ammuffiti. Il frigo è la coscienza critica che guarda il nostro tempo, smuove la coscienza con un sorriso. Un testo trasformativo e divertente, da aggiungere ai propri libri in cucina.